Che fai dei tuoi talenti?


Ognuno è un dono per gli altri.





 Ma questo è ancora più vero se i talenti che abbiamo li mettiamo in gioco




Che fai dei tuoi talenti?

L'intelligenza,
la salute,
il tempo,
la volontà,

le capacità manuali,
le abilità artistiche,

Sono doni che Dio ti ha dato, che devono essere identificati e fatti fruttificare, valorizzati per il bene della tua vita e per quella degli altri.
 Dice il Signore a colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne presentò altri cinque: "Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone".

Dice il Signore a colui che, avendo ricevuto un solo talento per paura lo andò a nascondere sottoterra: "Servo malvagio e infingardo, avresti dovuto affidare il tuo denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglieteli dunque il talento e gettatelo fuori nelle tenebre".        ( Cfr. Mt 25,20-30)

Il Papa:

far fruttare i talenti significa condividerli


 
CITTA' DEL VATICANO, dall' angelus di  domenica, 16 novembre 2008
Nel commentare il brano evangelico Benedetto XVI ha spiegato  che far fruttare i talenti che Dio ci ha donato significa condividerli.
I talenti (l'antica moneta romana), ha spiegato, parlando dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico, "oltre alle qualità naturali, rappresentano le ricchezze che il Signore Gesù ci ha lasciato in eredità, perché le facciamo fruttificare".
Il Vescovo di Roma ha quindi parlato dei doni spirituali: "la sua Parola, depositata nel santo Vangelo; il Battesimo, che ci rinnova nello Spirito Santo; la preghiera – il 'Padre nostro' – che eleviamo a Dio come figli uniti nel Figlio; il suo perdono, che ha comandato di portare a tutti; il sacramento del suo Corpo immolato e del suo Sangue versato".
La parabola evangelica, ha detto, presenta "l'atteggiamento interiore con cui accogliere e valorizzare questo dono".
"L'atteggiamento sbagliato è quello della paura: il servo che ha paura del suo padrone e ne teme il ritorno, nasconde la moneta sotto terra ed essa non produce alcun frutto", ha continuato.
"Questo accade, per esempio, a chi avendo ricevuto il Battesimo, la Comunione, la Cresima seppellisce poi tali doni sotto una coltre di pregiudizi, sotto una falsa immagine di Dio che paralizza la fede e le opere, così da tradire le attese del Signore".
"Ma la parabola mette in maggior risalto i buoni frutti portati dai discepoli che, felici per il dono ricevuto, non l'hanno tenuto nascosto con timore e gelosia, ma l'hanno fatto fruttificare, condividendolo, partecipandolo".
"Sì, ciò che Cristo ci ha donato si moltiplica donandolo! - ha esclamato il Papa -. E' un tesoro fatto per essere speso, investito, condiviso con tutti, come ci insegna quel grande amministratore dei talenti di Gesù che è l'apostolo Paolo".
Il Pontefice ha quindi constatato che questo insegnamento evangelico "ha inciso anche sul piano storico-sociale, promuovendo nelle popolazioni cristiane una mentalità attiva e intraprendente".
"Ma il messaggio centrale riguarda lo spirito di responsabilità con cui accogliere il Regno di Dio: responsabilità verso Dio e verso l'umanità", ha concluso, invitando ad essere "servi buoni e fedeli", "perché possiamo prendere parte un giorno 'alla gioia del nostro Signore'".


Puoi pregare così:

O Signore, ti ringrazio per i talenti
che mi hai dato.
Ti chiedo perdono se fino ad oggi non 
ho saputo impiegarli bene.
Aiutami a riconoscerli e a valorizzarli
nella mia vita. 
Rendimi attento a non utilizzarli in
maniera egoistica, ma sappia trarne
del bene anche per il mio prossimo.
Fa' che non mi appropri di ciò che è
tuo e sappia renderti gloria nella mia
vita.
Grazie Signore!



By Gabriella di "Innamorati della lode"

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