Le gioie del mondo e le gioie di Dio
È inutile illudersi: il mondo è inconciliabile con Dio; non gli si può concedere nulla per nessuna ragione. Pretendere di andare al mattino da Gesù Sacramentato, e poi ritornare nei divertimenti, nelle mode, nella dissipazione del mondo è lo stesso che andare dal Re divino per abbandonarlo alla Passione e alla Morte. Non vale dire che un sollievo, un divertimento, una convenienza mondana è pur necessaria, perché è utopia credere di poter trattare col mondo senza macchiarsi.
Siamo pellegrini, la vita è breve, andiamo verso il Cielo, e non ci sono per noi gioie e sollievi più belli quanto quelli dello spirito. Possiamo fare a Dio l'ingiuria di dirgli che ci conforta di più una scena di teatro, dove la vita è stravolta che una scena del suo amore, dove la vita è sublimata?
Possiamo dirgli che ci solleva più una conversazione vacua che essicca lo spirito che la conversazione con Lui che è per noi pienezza di gioia, e consolazione profonda?
Tutte le persone mondane testimoniano che la vita e i divertimenti del mondo le annoiano, e come potremmo noi dire "necessario sollievo" quello che annoia, turba, sconvolge, e porta la rovina nella vita?
Non ci sono innumerevoli persone che fanno a meno dei bagordi del mondo per le stesse necessità della vita materiale, del lavoro, dell'impiego, e nessuno osa dirle anormali, esagerate e squilibrate, e perché dovrebbe esserlo un cristiano che non ha gioie più belle di quelle che gli offre la stessa vita cristiana?
Ti attrae la scena dell'amore fittizio di una creatura, e non ti attrae la scena mirabile dell'amore di Dio? Ti entusiasma la lotta per un premio mortale, e non ti rapisce la lotta per il premio eterno?
Le gioie del mondo passano sul cuore come acido corrosivo, le gioie di Dio vi passano come rugiada vivificante, e chi può essere così stolto da credere una necessità corrodersi e gettarsi nella pena dell'insaziabilità che è come quella di Tantalo?
Don Dolindo Ruotolo
Siamo pellegrini, la vita è breve, andiamo verso il Cielo, e non ci sono per noi gioie e sollievi più belli quanto quelli dello spirito. Possiamo fare a Dio l'ingiuria di dirgli che ci conforta di più una scena di teatro, dove la vita è stravolta che una scena del suo amore, dove la vita è sublimata?
Possiamo dirgli che ci solleva più una conversazione vacua che essicca lo spirito che la conversazione con Lui che è per noi pienezza di gioia, e consolazione profonda?
Tutte le persone mondane testimoniano che la vita e i divertimenti del mondo le annoiano, e come potremmo noi dire "necessario sollievo" quello che annoia, turba, sconvolge, e porta la rovina nella vita?
Non ci sono innumerevoli persone che fanno a meno dei bagordi del mondo per le stesse necessità della vita materiale, del lavoro, dell'impiego, e nessuno osa dirle anormali, esagerate e squilibrate, e perché dovrebbe esserlo un cristiano che non ha gioie più belle di quelle che gli offre la stessa vita cristiana?
Ti attrae la scena dell'amore fittizio di una creatura, e non ti attrae la scena mirabile dell'amore di Dio? Ti entusiasma la lotta per un premio mortale, e non ti rapisce la lotta per il premio eterno?
Le gioie del mondo passano sul cuore come acido corrosivo, le gioie di Dio vi passano come rugiada vivificante, e chi può essere così stolto da credere una necessità corrodersi e gettarsi nella pena dell'insaziabilità che è come quella di Tantalo?
Don Dolindo Ruotolo
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