8- GIORNO- MESE DEL SACRO CUORE- Dagli scritti di S. MARGHERITA M. ALACOQUE

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GIORNO VIII.

I. Il sacro Cuore domanda riparazio­ne della ingratitudine degli uomini a lui più penosa della Passione.

- Un giorno che stava esposto il Santissimo, la Santa ne ricevette una grazia singolare, da lei così narrata:

« Dopo sentitami ritirar tutta dentro di me per uno straordinario raccoglimento delle mie potenze, Gesù Cristo mio buon Mae­stro mi si presentò tutto folgorante di gloria colle sue cinque piaghe brillanti come al­trettanti soli; da quella santissima Umanità sgorgavano fiamme per ogni parte, sopra tutto dall'adorabile petto, che sembrava una divampante fornace. Apertolo, egli mi sco­perse il suo divin Cuore, vivi sorgente di quell'incendio; e fu allora che mi svelò le ineffabili meraviglie del puro amor suo, e dell'eccesso onde aveane amato gli uomini, dai quali riportava sola ingratitudine. Que­sta, diceva egli, mi è più penosa di quanto soffersi nella mia passione. Se eglino ren­dessero qualche ricambio al mio amore, poco io stimerei ciò che ho fatto per loro e vorrei, se fosse possibile, patir ancor maggiormente, ma essi hanno sola freddezza per me, ed alle mie premurose tenerezze non corrispondono se non che con ripulse. Dammi tu almeno il contento di supplirne all’ingratitudine quanto potrai? E rimo­strando io la mia impotenza, egli rispose: Eccoti con che sovvenire ad ogni tuo di­fetto. E in quella, dal Cuore che si aperse uscì ad investirmi una fiamma così ardente e penetrante che io pensava di rimanerne consunta; e non potendola più sostenere, pregava lui di pietà per la mia debolezza. Io sarò tua forza, disse egli, non temere di niente, ma attendi alla mia voce e a ciò che io ti chieggo per compiere i miei di­visamenti ».

Più tardi un nuovo lamento del Cuore di Gesù venne arrecando con queste parole una specie di supplizio a quello si tenero della Beata: « Io provo una sete ardente di essere amato dagli uomini nel santissimo Sacramento, e non trovo quasi persona che si adoperi conforme il mio desiderio a dis­setarmi, usando verso di me un qualche ricambio! »

II. La Santa è scelta vittima in ripa­razione degli oltraggi fatti al divin Cuore.

- « Questo Salvatore apparso un giorno alla sua schiava, mi disse: Cerco una vit­tima pel mio Cuore, la quale voglia sacri­ficarsi come ostia di immolazione a compi­mento de' miei disegni. - Io sopraffatta dal sentimento di quella sovrana Maestà, me gli prostesi similmente a' piedi, presen­tando parecchie sante anime che poteano fedelmente corrispondere ai suoi intendi­menti. No, rispose l'amabile Salvatore, non voglio altri fuori di te; perciò ti ho scelta. Allora scoppiando in lacrime, io replicai che ben sapeva egli esser io una peccatrice, e le vittime richiedersi innocenti: non aver io, a dir vero, altra volontà che la sua, ma non potermi risolvere a far altro che gli ordini della Superiora. A questo egli consentì.

Un' altra volta dal cuore della Santa e­ruppe questo grido: « Che non avete fatto voi, o Signore, - per guadagnarvi i cuori de­gli uomini? eppure essi ve li negano e ben sovente ve ne discacciano! - È vero, fi­gliuola mia, rispose il divino Maestro, l'a­mor mio mi ha fatto sacrificare tutto per loro senza che io ne riceva un ricambio; ma io voglio che supplisca tu alla loro in­gratitudine pe' meriti del mio sacro Cuore. « Ecco ciò che il mio divino Signore mi ha fatto intendere, scrive ancora la Santa: Io voglio che il tuo cuore mi sia un rico­vero dove mi raccoglierò a consolarmi, quando i peccatori mi perseguiteranno e ri­getteranno da sè. Allorquando io ti farò conoscere che la divina Giustizia è irritata contro di loro, tu mi verrai a ricevere nella santa comunione; e postomi sul trono del tuo cuore, mi adorerai prosternandoti sotto i miei piedi. Poi mi offrirai all' eterno mio Padre, come io t' insegnerò, per placare la giusta sua collera, e piegare al perdono la sua misericordia. Un' anima giusta può ot­tener perdono a mille peccatori ».

III. I peccatori del mondo e le anime a Dio consecrate concorrono ai patimenti del divin Cuore.

- Dopo la santa comu­nione, il mio Sposo divino mi si presentò sotto la figura di Ecce Homo, carico della sua croce, tutto coperto di lividure e di piaghe, grondante sangue da ogni parte, e con voce mesta e dolente, mi disse: E non vi sarà persona che mi abbia pietà e vo­glia patir meco partecipando al mio dolore nello stato lagrimevole in cui mi pongono i peccatori?

« Un'altra volta, in tempo di carnevale, parmi che questo Cuore caritatevole, mi domandasse, se gli volessi far compagnia sulla croce nei giorni ch' egli vi era sì de­relitto, per la smania che avevano gli uomini dei godimenti; così potrei per le amare amarezze ch'egli mi farebbe gustare, addol­cire in alcun modo quelle che i peccatori versavano pei loro divertimenti nel sacra­tissimo suo Cuore: e così dovei gemere senza posa con lui per ottenere misericor­dia, affinché i peccatori non arrivassero al colmo, e Dio perdonasse ai peccatori in grazia dell'amore che porta a quel Cuore amabilissimo.

« Un giorno il Signor nostro, scopren­domi l’amoroso suo Cuore tutto straziato e trafitto. Ecco, mi disse, le ferite che io ricevo dal mio popolo eletto. Gli altri si contentano di percuotere sul mio corpo, questo mi trasverbera il Cuore, che non ha mai cessato di amarlo!

Il Signore mi si presentò ancora co­perto di piaghe, con tutto il corpo sangui­narite, il Cuore tutto straziato dal dolore e la persona come tutta spossata. Io me gli prostesi a' piedi col gran timore che mi si era impresso nell' anima, non osando dirgli niente. Ed egli a me: Ecco a che mi riduce il mio popolo eletto, che destinato a pla­care la mia collera, invece mi perseguita segretamente.

Io non posso esprimere quanto ciò mi desse a patire. Nelle sue lassitudini egli mi si presentava, quando io ne avessi un momento, dicendo di baciare le sue piaghe per raddolcirne lo spasimo » .

IV. Preghiera di riparazione.

- O Cuore sacratissimo! voi meritate le affezioni e 1' amore di tutti i cuori da voi sì diletti, amati e beneficati infinitamente; eppure non avete che freddezze e ingratitudini, soprat­tutto dal mio, meritevole giustamente della vostra indignazione. Ma come voi siete un Cuore di amore, così siete anche un Cuor di bontà, del quale io voglio prevalermi a mia riconciliazione e perdono. Ah Cuore dolcissimo, se il dolore e la vergogna di un cuore che riconosce i suoi falli può soddisfarvi, perdonate a questo mio le sue infedeltà e la trascuranza di piacervi col suo amore. Cuore del mio Dio, Cuore san­tissimo, Cuore a cui solo appartiene il perdono dei peccatori, perdonate, ve né prego a questo povero cuore miserabile. Tutte le mie potenze si collegano a farvi con ogni umiltà conveniente ammenda e ri­parazione d' onore.

O Cuore del mio Gesù, ora vi rimetto e dono tutto il mio ambre colla Sua sorgente, che è il mio cuore; e l'uno e 1' altro vi consacro irrevocabilmente, sebbene con gran confusione dell'avervi sì a lungo negato i vostri beni.

Supplico i serafini ardenti di offerire al mio Dio i loro santi ardori a riparazione. del poco amor mio e di tutte le altre crea­ture ».

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