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Visualizzazione dei post da febbraio 13, 2012

COSI’ IL PADRE CI AMA

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Il Padre ci vede e ci conosce tutti, uno ad uno. Chiunque tu sia Egli ti vede individualmente Egli ti chiama con il tuo nome Egli ti comprende quale realmente ti ha fatto Egli conosce ciò che è in te, tutti i tuoi sentimenti E pensieri più intimi, le tue disposizioni e preferenze La tua forza e la tua debolezza. Egli ti guarda nel giorno della gioia e nel giorno Della tristezza, ti ama nella speranza e nella tua tentazione S'interessa di tutte le tue ansietà, di tutti i tuoi ricordi, di tutti gli alti e bassi del tuo spirito. Egli ha perfino contato i capelli del tuo capo e misurato La tua statura,ti circonda e ti sostiene con le sue braccia ti solleva e ti depone. Egli osserva i tratti del tuo volto, quando piangi e sorridi Quando sei malato o godi buona salute. Con tenerezza Egli guarda le tue mani e i tuoi piedi Sente la tua voce,il battito del tuo cuore,ode perfino Il tuo respiro,tu non ami te stesso più di quanto Egli ti ama. Tu non puoi fremere dinanzi al

Tardi ti ho amato

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  Tardi ti ho amato Tardi ti ho amato, bellezza così antica e così nuova, tardi ti ho amato. Tu eri dentro di me, e io fuori. E là ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature che non esisterebbero se non esistessero in te. Mi hai chiamato, e il tuo grido ha squarciato la mia sordità. Hai mandato un baleno, e il tuo splendore ha dissipato la mia cecità. Hai effuso il tuo profumo; l'ho aspirato e ora anelo a te. Ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato, e ora ardo dal desiderio della tua pace. (S. Agostino, Confessioni 10.27.38)

Madre degli infermi

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Madre degli infermi Rimani, Maria, accanto a tutti gli ammalati del mondo, di colo­ro che in questo momento, hanno perso conoscenza e stanno per morire; di coloro che stanno iniziando una lunga agonia, di coloro che hanno perso ogni speranza di guarigione; di coloro che gridano e piangono per la sofferenza; di coloro che non possono curarsi per­ché poveri; di quelli che vorrebbero camminare e devono restare immobili; di quelli che vorrebbero riposare e la miseria costringe a lavorare ancora. Di quelli che cercano una sistemazione meno dolorosa nella loro vita e non la trovano; di quelli che sono tormentati dal pensiero di una famiglia in miseria; di quanti devono rinunciare ai loro proget­ti più cari per il futuro; di quanti soprattutto non credono in una vita migliore; di quanti si ribellano e bestemmiano Dio; di quanti non sanno o non ricordano che il Cristo ha sofferto come loro. (trovata nella chiesa di La Roche-Pozay)

4°- OPERA DI MISERICORIDA SPIRITUALE - Consolare gli afflitti

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CONSOLARE GLI AFFLITTI Consolare ha molti sinonimi: confortare uno afflitto per la perdita di una persona cara, sollevare qualcuno per qualche disgusto familiare, e anche incoraggiare chi è depresso, e così pure alleviare i dolori, i pianti, le lontananze e anche rallegrare gli spiriti affranti. E sempre con parole affettuose, sincere, misurate e ancor più con i fatti. Gli afflitti sono facilmente riconoscibili quando, per esempio, vediamo qualcuno dal volto addolorato, avvilito, abbattuto, depresso per una morte, una malattia, un male incurabile e per problemi familiari particolarmente insolubili. Tutti i battezzati hanno ricevuto l'unzione dello Spirito Santo e sono stati quindi abilitati, sull'esempio di Gesù, a lenire le ferite degli sfiduciati, a offrire motivi di vivere e di sperare, e anche di lottare, a coloro che non vedono una via d'uscita dalle loro difficoltà e apprensioni affettive, economiche e di salute. Alcuni si sentono emarginati e tagliati fuori da