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Visualizzazione dei post da marzo, 2012

Dalla Mia Croce Alla Tua Solitudine

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    Ti parlo dalla Mia Croce per giungere alla tua solitudine,a te,che tante volte Mi hai guardato senza vederMi,e che Mi hai ascoltato senza sentirMi. ... A te,che tante volte hai promesso di seguirMi da vicino e poi, senza sapere perchè,ti sei allontanato dalle impronte che ho lasciato nel mondo perchè non ti perdessi . A te,che non credi che Io sono sempre con te;a te,che Mi cerchi senza incontrarMi e pensi che non Mi incontrerai più;             a te,che talvolta pensi che Io sia stato un ricordo e non capisci che invece sono vivo. Io sono il Principio e la Fine,sono il Cammino per non farti deviare,la Verità per non farti errare nell'equivoco,e sono la Vita perchè tu non muoia per sempre. Il Mio tema preferito è l'amore,quell'amore che è stato la Mia ragione di vita e di morte. Sono stato libero fino alla fine,ho avuto un chiaro ideale che ho difeso con il Mio Sangue per salvarti. Sono stato Maestro e Servo,sono sensibile all'amicizia e

La passione di Gesù descritta da un medico

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Alcuni anni fa un dottore francese, Barbet, si trovava in Vaticano insieme con un suo amico, il dottor Pasteau. Nel circolo di ascoltatori c'era anche il cardinal Pacelli. Pasteau raccontava che, in seguito alle ricerche del dottor Barbet, si poteva ormai essere certi che la morte di Gesù in croce era avvenuta per contrazione tetanica di tutti i muscoli e per asfissia. Il cardinal Pacelli impallidì. Poi mormorò piano:- Noi non ne sapevamo nulla; nessuno ce ne aveva fatto parola. In seguito a quella osservazione Barbet stese per iscritto una allucinante ricostruzione, dal punto di vista medico, della passione di Gesù. Premise un'avvertenza: « Io sono soprattutto un chirurgo; ho insegnato a lungo. Per 13 anni sono vissuto in compagnia di cadaveri; ». durante la mia carriera ho studiato a fondo l'anatomia. Posso dunque scrivere senza presunzione « Gesù entrato in agonia nell'orto del Getsemani - scrive l'evangelista Luca - pregava più intensamente. »

Il cristiano di oggi, o è un mistico, o non è un cristiano.

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VIVERE TESTIMONIANDO (Ger 20, 10-13; Sal 17; Gv 10,31-42) Il cristiano di oggi, o è un mistico, o non è un cristiano: la fede è tenuta viva dalla testimonianza di persone che hanno una profonda esperienza di Dio , più che dalla dimostrazione della sua plausibilità razionale. Quando l’apostolo Pietro raccomandava ai cristiani di essere pronti a “ dar ragione della loro speranza” (1 Pt 3,15) intendeva riferirsi alla loro esperienza di Cristo. Il card. Newman ripeteva che: “ Al cuore della gente arriva solo ciò che parte dal cuore dell’annunciatore” . E Paolo VI affermava: “ L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni ”. Ora noi credenti, per primi, abbiamo bisogno di questa profonda esperienza di Dio perché corriamo il pericolo di ridurre la fede a una sequenza di riti e di formule, ripetute magari anche con scrupolo, ma meccanicamente e senza intima partecipazione di tutto l’essere. “ Questo

ZENIT - Con la Risurrezione, l'effusione dello Spirito

ZENIT - Con la Risurrezione, l'effusione dello Spirito

Come scegliere la guida spirituale?

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Come scegliere la guida spirituale?   da Vocazione di cordialiter Una giovane ragazza che segue il blog dall'estero, mi ha chiesto qualche consiglio su come procedere circa la scelta del sacerdote da cui farsi guidare nella direzione spirituale... Carissima in Cristo,                              per quanto riguarda il direttore spirituale puoi fare così: quando vai a confessarti, se vedi che il sacerdote è dotto, caritatevole e prudente, allora, dopo aver.... Continua..: http://vocazione-religiosa.blogspot.it/2012/01/come-scegliere-la-guida-spirituale.html

Tutto a rovescio

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        Tutto a rovescio Con Te Signore, è sempre tutto a rovescio! Il più grande non è chi comanda, il più grande non è chi conosce tutte le risposte, il più grande non è quello che tutti salutano per strada, il più grande non è chi possiede tanto denaro, il più grande non è chi è forte, chi alza la voce ed è temuto da tutti. Per Te, Signore Gesù, è grande chi si mette al servizio degli altri con un po' di semplice amore. Servire non è facile. Per questo vengo da Te per imparare a servire: il perdono invece della vendetta, il sorriso invece della collera, l'amicizia invece dell'egoismo, l'allegria invece del cattivo umore. Per questo cerco di imparare da Te, Signore Gesù, che hai dato tutto al servizio della gioia del mondo. C. Singer  

Euforia serale

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Felice d'avere tutta una vita alle spalle Felice di sorprendermi in vita ogni mattina Felice di poter respirare, essere saggio e sereno Felice finora di non esser troppo ammalato Felice di aver tempo di pregare Dio Felice di non esser attaccato a grandi cose Felice di vedere tanta gente che mi vuol bene e mi cura Felice di aver vissuto un'epoca straordinaria Felice di vedere una Chiesa trasformata Felice di sapere che ci sarà un seguito Felice di arrivare alla fine e dire:...si avvicina Felice di rientrare al porto dopo una lunga traversata Felice di non aver che una preoccupazione, morire bene Felice di non essere solo a condividere.   (fonte non specificata)

Messaggio del 25 marzo 2012

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"Cari figli! Anche oggi con  gioia desidero darvi la mia benedizione materna e invitarvi alla preghiera. Che la preghiera diventi per voi  bisogno affinché ogni giorno cresciate di più nella santità. Lavorate di più sulla vostra conversione perché siete lontani figlioli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.” (Info da Medjugorie)

Malattia

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Io come chicco di grano sono caduto sotto la mole dura e pesante della mia malattia. Sento le ossa stritolare, mi vedo come grigia polvere. Ascolto le Tue parole: "...io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza... non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano." sono il mio conforto. Quale gioia! Quella polvere grigia diventa candida farina, una mano la raccoglie, ne fa un pane. Dita amorose la elevano al cielo. Entro in quel mistero d'amore. Il grido disperato di prima muta in lacrime di gioia. È la gioia di sapere che mi hai messo accanto a Te in quell'ostia offerta gradita al Padre. ( Fonte non specificata)

La Pasqua di Sara

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La Pasqua di Sara (Sara, 12 anni, figlia di Giairo, capo della Sinagoga di Cafarnao, cfr. Mc. 5,21-43) "...Gesù!" Il tuo nome è l'ultima parola che ho afferrato prima di morire; "Vado a chiamare Gesù", così ripeteva mio papà, lasciandomi per venire a cercarti. "È arrivato tardi", mormoravano a bocca stretta, i miei vicini di casa; ero già morta, infatti, quando sei arrivato. Avevo dodici anni. "La bambina dorme, ora la sveglio", ti sentirono dire, chiusi nel loro silenzio, ti disprezzarono. Tenendomi la mano, tu hai detto: "Talità kum!". "Fanciulla, io te lo ordino, alzati!" Non so dove la tua voce mi ha raggiunto; non so come hai fatto a trovarmi. Come un gigante tu hai attraversato, vittorioso, il buio della mia morte. Ho dischiuso gli occhi e ho visto il tuo volto: forte e sorridente. Ma una ruga ti si formò in mezzo alla fronte, all'improvviso, come una ferita! Tu hai detto: "Datele da mangiare"; con

La preghiera bussa, il digiuno ottiene, la misericordia riceve

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Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola e ricevono vita l’una dall’altra. Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica. Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia compassione, chi spera compassione. Chi domanda pietà, la eserciti. Chi vuol

Esame di coscienza e Confessione

MUNIAT INTRANTES CRUX DOMINO FAMULANTES: Esame di coscienza e Confessione : QUARESIMA 2012 Esame di coscienza e Confessione feb 25 by Filia Ecclesiae NON DIRE MAI Io non mi confesso, perché non ho nul...

Un pensiero sulla quaresima

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Considera che per governare una barca sono necessari almeno quattro strumenti: l'albero, la vela, i remi e l'ancora. Nell'albero è simboleggiata la contrizione del cuore, e nella vela la confessione della bocca: come la vela  è unita all'albero, così la confessione dev'essere unita alla contrizione; nei remi sono simboleggiate le opere di riparazione e di penitenza, cioè il digiuno, la preghiera e l'elemosina; nell'ancora è simboleggiato il pensiero della morte. Come l'ancora trattiene la barca perché non affondi tra gli scogli, così il pensiero della morte trattiene la nostra vita perché non precipiti nei peccati. Dice infatti Salomone: «Medita sugli ultimi eventi della tua vita [i novissimi], e mai più cadrai nel peccato» (Eccli 7,40). Perciò chi desidera passare dalla riva di questa vita mortale alla riva dell'immortalità, cioè alla città della Gerusalemme celeste, salga sulla barca della penitenza... Ad essa ci conduca colui che salì sulla barc

Dammi un cuore

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O Gesù che tanto mi ami, ascoltami, te ne prego. Che la tua volontà sia il mio desiderio, la mia passione, il mio amore. Fa' che io ami quanto è tuo; ma soprattutto che io ami te solo. Dammi un cuore così pieno d'amore per te, che nulla possa distrarmi da te. Dammi un cuore fedele e forte, che mai tremi, né si abbassi. Un cuore retto che non conosca le vie tortuose del male. Un cuore coraggioso, sempre pronto a lottare. Un cuore generoso, che non indietreggia alla vista degli ostacoli. Un cuore umile e dolce come il tuo, Signore Gesù. (San Tommaso d'Aquino)

IL REGALO DI LAUREA

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Gli era stata promessa per la sua festa di laurea un'auto nuova, fiammante, all'uscita dell'università, con il diploma di laurea sotto il braccio. Quale non fu la sua amara sorpresa quando, il giorno fatidico, il padre lo abbracciò sorridente, non però con le chiavi della macchina, bensì con un libro in mano, appena ritirato nella vicina libreria. Una Bibbia. Il giovane neo dottore scagliò rabbiosamente il libro fuori dalla finestra dell'aula e da quel giorno non rivolse più la parola al padre. Rimise piede in casa quando anni dopo gli fu comunicata la notizia della morte dell'anziano genitore. La notte del funerale, mentre rovistava tra le carte della scrivania paterna, trovò la Bibbia che gli era stata regalata il giorno della laurea. In preda a un vago rimorso, soffiò via la polvere che si era depositata sulla copertina del libro e cominciò a sfogliarlo. Scoprì tra le pagine un assegno datato il giorno della laurea e con l'importo esatto dell'

A te che stai affrontando

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   A te che stai affrontando un momento difficile dico: tieni duro, passerà. A te che non riesci a superare un esame dico: non scoraggiarti, a volte le "sconfitte" si trasformano in benedizioni. A te che stai cercando un lavoro dico: abbi fede, la ruota gira per tutti, sarà così anche per te.   A te che hai mille dubbi e confusioni dico: fai ordine nel cuore e nella testa, procedi con calma e non metterti fretta, la soluzione arriverà da sè. A te che hai subito un tradimento dico: non smettere di credere nell'onestà e nella lealtà delle persone, esiste ancora. A te che non credi in Dio o che lo stai cercando dico: non temere, Lui crede in te e ti sta cercando da sempre. A te che vedi tutto nero dico: prova a capovolgere la tua prospettiva, il sole sorge ogni giorno anche per te. A te che soffri per amore dico: si chiude una porta e si apre un portone, devi crederci e vedrai mera

Devo parlarvi del tempo

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Devo parlarvi del tempo, del tempo che passa. La fugacità del cammino su questa terra dovrebbe incitare noi cristiani a trarre maggior profitto dal tempo, non certo ad aver paura del Signore, e ancor meno a considerare la morte una tragica   fine. Un anno che passa — lo si è detto in mille modi, più o meno poetici —, con la grazia e la misericordia di Dio, è un passo avanti verso il Cielo, nostra Patria definitiva. Pensando a questa realtà, comprendo molto bene l'esclamazione di san Paolo ai corinzi: Tempus breve est! [1 Cor 7, 29], come è breve la durata del nostro passaggio sulla terra! Queste parole, per un cristiano coerente, risuonano nel più intima del cuore come un rimprovero per la propria mancanza di generosità, come un costante invito a essere leale. È davvero breve il tempo che abbiamo per amare, per dare, per riparare. Non è giusto perciò che lo sperperiamo, che gettiamo irresponsabilmente questo tesoro dalla finestra: non possiamo sprecare il momento del mondo c

CONVERTIAMOCI E CREDIAMO AL VANGELO

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  Nel tempo forte e impegnativo della Quaresima, riflettiamo su tre dimensioni essenziali per il cristiano: -La Preghiera: "… la preghiera è il respiro dell'anima, ci mette in comunicazione con Dio, ci unisce ai fratelli, ci fa capire quello che Dio vuole da noi, ci rende segno di Vangelo nel mondo e ci fa superare le difficoltà della vita personale, comunitaria e di apostolato. La nostra preghiera più sarà umile e semplice e più sarà accetta al Signore e ci otterrà le grazie di cui abbiamo bisogno per mantenerci fedeli alla nostra vocazione "(Dal test. Spirit. di Elisa Miceli) - La Parola di Dio: " L'Opera che il Signore ci ha ispirato merita amore, fedeltà e dedizione. La diffusione della Parola di Dio tra il popolo, comporta anzitutto la conoscenza della Sacra Scrittura e della Dottrina cristiana. Cercate di approfondire sempre più

Il sogno di Giuseppe

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    Il testo che segue è tratto dal libro "L'ombra del padre – Il romanzo di Giuseppe"  di Jan Dobraczynski (al capitolo 17).   Non poteva stare sdraiato. Si sedette. All'intorno c'era la notte fonda. Dalle stelle che brulicavano nel cielo scendeva un pulviscolo verde argento. Si era fatto molto freddo. Si sfregò con le mani le braccia intirizzite, si avvolse meglio che poté nella tunica, poiché non aveva preso con sé il mantello. Il sonno se ne era andato. Il pensiero lavorava febbrilmente.   Un segno per me … ? Quale segno ? Che cos'ha in comune la storia di una bisavola con quello che è toccato a me ? Ho deciso di andarmene. Non trovo un'altra via di uscita. Non vedrò più Miriam. Non potrei vederla. Se la guardassi, non riuscirei a credere alla realtà. Bisogna essere pazzi per non ammettere la verità di ciò che dicono gli occhi e gli orecchi. Eppu