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Visualizzazione dei post da giugno 6, 2013

SACRO CUORE DI GESU'. Conoscere il Cuore di Cristo: dall'omelia di san Josemarìa

163  Non posso fare a meno di confidarvi una cosa che mi fa soffrire e mi spinge ad agire: pensare agli uomini che ancora non conoscono Cristo, che non riescono ancora a intuire la profondità del tesoro che ci attende nel Cielo, e che camminano sulla terra come ciechi, inseguendo una gioia della quale ignorano il vero volto o perdendosi per strade che li allontanano dall'autentica felicità. Capisco bene ciò che l'apostolo Paolo dovette provare quella notte nella città di Troade, quando in sogno ebbe una visione: Gli stava davanti un Macedone e lo supplicava: « Passa in Macedonia e aiutaci! ». Dopo che ebbe avuto questa visione, subito cercammo — Paolo e Timoteo — di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati ad annunciarvi la parola del Signore. Non sentite anche voi che Dio ci chiama, che ci urge, per mezzo di tutto ciò che accade attorno a noi, a proclamare la buona novella della venuta di Gesù? Ma, a volte, noi cristiani rimpiccioliamo

6- GIORNO- MESE DEL SACRO CUORE- Dagli scritti di S. MARGHERITA M. ALACOQUE

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  GIORNO VI. I. Gesù vuole che la divozione al Cuor suo trionfi delle contradizioni per la via di dolcezza e di amore. - « Il Cuore del nostro buon Maestro vuole gli ossequi e l' amore delle sue creature per libera amorosa e franca volontà, senza constrin­gimento nè dissimulazione: e io sono con­vinta che egli vuole stabilito il suo regno solo colla dolcezza e soavità dell'amor suo, non coi rigori della sua giustizia. La divozione al sacro Cuore non ama punto di essere sforzata; ma egli vuole insinuarsi nei cuori per la soave unzione della sua carità, a guisa di un olio, o piut­tosto di un balsamo prezioso, di cui l'odore ed il liquido dolcemente si spande. Basta il farla conoscere, e poi lasciare a quel di­vino Cuore la cura di penetrar coll'unzione di sua grazia i cuori da lui destinati per sè. Beati coloro che saranno del bel numero. Conviene che, tutto si faccia dolcemen­te e soavemente, seguendo le vie che ci verranno da lui aperte; perché al tutto è da tenere