L'alfabeto della lode.


L'alfabeto della lode.


DALLA "A" ALLA "Z" ALCUNE "PAROLE CHIAVE" SULLA LODE

“I gruppi e le comunità del Rinnovamento nello Spirito devono sentirsi impegnati ad essere sempre più luoghi di contemplazione e di lode, dove il cuore dell’uomo si riempie dell’amore di Dio, si apre all’amore del fratello e diventa capace di costruire la storia secondo il disegno divino”
[Giovanni Paolo II°, Lettera autografa inviata in occasione della XXIV Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo avvenuta in Rimini dal 27 aprile al 1° maggio 2001]

Ainèo (verbo=lodare) Ainos, ainesis (= lode); Laus (lode) e laudare (lodare);

A = Accoglienza, è l’atteggiamento che prepara i cuori a fare l’esperienza della lode. L’incontro di Maria ed Elisabetta (cf. Lc. 1,39); la gioia accogliente di Maria favorisce l’effusione dello Spirito Santo su Elisabetta che a sua volta profetizza. L’accoglienza è un “tempo profetico” dove lo Spirito Santo comunica pace, gioia e amore attraverso gesti sinceri di fraternità, predisponendo i cuori alla lode.


B = Benedizione, che l’anima pervasa dal Signore continuamente gli invia: loda il Signore anima mia, loderò il Signore per tutta la mia vita(sal 146 1.2) benedirò il Signore in ogni tempo,sulla mia bocca sempre la sua lode (salmo 34,33);


C = Carisma, La lode è carismatica perché è dono di Dio, Da cercare e coltivare, nello Spirito Santo. In essa siamo liberati!
E’ carismatica perché suscita la profezia. Dalla memoria delle sue opere, il nostro cuore accoglie la profezia e proclamando la sua grandezza, aprendo la strada alla guarigione del cuore.


D = Dio, oggetto supremo della nostra lode, perché l’azione più perfetta dell’uomo si identifica nella lode a Dio, la tua attività sia la lode a Dio. Egli ha fatto di te ciò che devi offrirgli. Con la lode si rende a Dio ciò che gli appartiene (S.Agostino) ma anche il mezzo (lodiamo attraverso Dio, lo Spirito Santo), ma anche il soggetto della lode: Dio loda se stesso affinchè l’uomo  imparasse a lodare Dio, non per arroganza, ma per misericordia perché si rende amabile a noi (S. Agostino).


E = Eucarestia, ringraziamento,  come lode perfetta, Eucaristia, perché è rendimento di grazie a Dio. “il sacrificio eucaristico è la fonte e il culmine di tutto il culto della Chiesa e di tutta la vita cristiana. A questo sacrificio di rendimento di grazie, di propiziazione, di impetrazione e di lode i fedeli partecipano con maggiore pienezza, quando non solo offrono al Padre con tutto il cuore, in unione con il sacerdote, la sacra vittima e, in essa, loro stessi, ma ricevono pure la stessa vittima nel sacramento” (Sacra Congregazione dei Riti, Eucharisticum Mysterium, n. 3 e).


F = Fiducia, atteggiamento  di chi confida nella propria salvezza perché la presenza della sua gloria ci fa liberi, ci rende pieni di coraggio e di forza sovraumana: “dite: salvaci Dio della nostra salvezza… sì che possiamo gloriarci della tua Lode (1 cr. 16,35).


G = Giubilo, il canto degli angeli che nei cieli rivolgono a Dio per lo splendore di quello che ha creato “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace agli uomini che egli ama”.


H = Hosanna, gli ebrei, quando si gettavano nel combattimento, come grido di guerra, per darsi coraggio e spaventare l'avversario, gridavano: "OSANNA" che vuol dire "Difendici". E' un atto di profonda fiducia. Anche noi la gridiamo nel nostro cuore  o per meglio dire, vivendola nel suo più intenso significato. Siamo fiduciosi: lanciamoci nel combattimento sapendo che possiamo vincere perché Dio lotta accanto a noi.


I = Inno, la parola “inno” proviene dal greco “Hymnos”, che indica un canto di lode a Dio. Un inno, nel nuovo testamento era un canto composto per lodare Dio. “Voi siete la tromba, il salterio, la cetra, il timpano, il coro che danza, le corde e l’organo e i cembali di giubilo dalle risonanze tanto belle, quanto è vera l’armonia concorde che vi unisce. E vi eleva al di sopra della carne che produce morte e vi fa proclamare: ogni spirito dia lode al Signore” (Agostino).


L= Letizia, soprannaturale dei pastori che avendo incontrato Gesù, tornarono glorificando e lodando Dio  (Lc2,15-20)


M = Magnificat, cantico di Maria, mirabile espressione di giubilo che, facendo memoria delle sue opere,  celebra la potenza misericordiosa di Dio che ci salva,  innalzando gli umili e abbassando i superbi.


N = Novità di vita, il canto nuovo dei salvati. Indica un evento di rinascita sperimentato da chi loda. Tale esperienza conduce a una nuova conoscenza di Dio, a nuova profezia, ad un modo nuovo di accogliere la volontà di Dio. È il canto di Mosè, un canto di liberazione (cf. Ap. 15,3).  Novità che scaturisce da un cuore ricolmo di Spirito Santo (cf. Col. 3,18) che suscita in noi la lode.


 O = Offerta, cioè dono della vita di chi teme il Signore, che con la sua bocca rende testimonianza delle opere del Signore.


P = Potenza, “dinamys” proclamando la potenza di Dio crollano le mura di Gerico. E’ la fede che permette di proclamare a gran voce  la Potenza della sua Parola, che si attualizza ed è fonte di liberazione.  Ci innestiamo con fede nella potenza di Dio, la lode è fonte di liberazione. Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». Apoc 5:13 «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Apoc 7:12. In ogni circostanza i profeti hanno ricordato al popolo di fare memoria delle opere di Dio e di cantarne le lodi. Specialmente in periodi oscuri e tempestosi, la lode diventa un’arma potente della fede per permettere a Dio di manifestare la sua gloria.



Q = Quotidianità, domestica, là dove il cuore fa l’esperienza dell’intervento e della presenza di Dio nelle umili vicende dell’esistenza. La lode diventa così una specie di “festa dei giorni feriali”, canto che riscatta la monotonia  sorpresa che annulla la ripetitività, poesia che sconfigge la banalità.


R = Ringraziamento, che sgorga dal nostro cuore quando il Signore unisce una luce nuova alla fede che ci mette in comunione con lui.(luc 18, 42-43) e Gesù gli disse: “abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato” Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando( doxazon) Dio e tutto il popolo, alla vista di ciò,diede lode  a Dio (ainòn to Theò) specialmente per chi diventa fedele seguace.


S = Salmi, espressione per eccellenza della lode, manifestata con il canto ad alta voce. La parola deriva da psalmos, che vuol dire salterio, ossia lo strumento a corda con cui erano accompagnati“…Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarLo come a Lui conviene…”( Salmo 147,1) Salmi, inni, cantici spirituali e canti nello spirito erano gli elementi basilari nella dinamica delle assemblee della chiesa primitiva. Il titolo ebraico del libro dei salmi era “TEHILLIM”, che vuol dire canti di lode.


T = todah, parola ebraica tradotta “lode”, significa anche “ringraziamento”. Il sacrificio di lode era un sacrificio di rendimento di grazie (crf Sal 50[49], 14.23);
Teruah
suono acuto prodotto dallo Shofar, il corno sacro ebraico, veniva suonato intervallandolo a due suoni gravi (tekiah) . Indica la liberazione.


 U = umiltà, atteggiamento della creatura consapevole di essere “polvere”. La parola deriva da Humus che in latino vuol dire “terreno”. L’umiltà è porsi nella giusta prospettiva davanti a Dio: io sono nulla e lui è tutto. E’ l’opposto di superbia: Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili (1Pt 5,5) Se sei superbo come puoi riconoscere la grandezza di Dio? Se sei superbo come puoi lodarlo per quello che ha operato nella tua vita? Chi è umile è in ascolto, è riconoscente, è pronto a dire grazie! Chi è superbo è gonfio di se stesso, crede di non aver bisogno di nessuno. Dio esalta gli umili. E’ l’umiltà di Maria da cui scaturisce la lode.


 V = Vittoria, Nella lode proclamiamo la Vittoria contro il male, contro la tristezza. In lui siamo vittoriosi! La vittoria ci può essere se c’é battaglia: quella che noi dobbiamo combattere con Lui. Non possiamo essere spettatori: combattiamo la buona battaglia per essere vittoriosi con lui. Proclamiamo, escatologiacamente, la vittoria finale di Cristo che “ha vinto il mondo” Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore     e confideranno nel Signore. Sal 40:4. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. Grida di giubilo e di vittoria, nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto meraviglie, la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto meraviglie. Non morirò, resterò in vita e annunzierò le opere del Signore.Sal 117


 Z = zelo, “lo zelo per la tua casa mi divorerà”. “fervida operosità”,  “attivo impegno nel perseguire una causa” ardore, siamo”zelanti” nella lode! Vuol dire lasciarsi infiammare dall’ardore (appunto che infiamma) del desiderio di appartenere a Dio, perché abbiamo fiducia in lui! Non rimanere inoperosi ma offrire i nostri corpi, come sacrifici di soave odore, a Lui. In questo zelo la nostra lode diventa sacrificio, offerta, impegno vita!

Bibliografa principale: Giuseppe Bentivegna SJ. – Asterischi Carismatici – Ed. Rinnovamento nello

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