"Tempo di crisi, tempo di Grazia" - La provvidenza divina


di Emanuele Renzi

Cari amici, vorrei condividere con voi un pensiero riguardante il periodo storico che stiamo vivendo. Guardandoci attorno ci rendiamo conto che la crisi sta colpendo davvero tutti: anche se abbiamo ancora uno stipendio, vediamo subito che il lavoro sta diminuendo, le persone acquistano sempre meno e l’economia sembra ferma, con conseguente aumento dell’imposizione fiscale. In questo scenario, la speranza per il futuro, già carente, sta diminuendo ancora di più. Ma… c’è un MA! Crisi non ha solo un’accezione negativa, anzi! La sua dimensione più bella è proprio quella che sprona al cambiamento, alla scelta, alla decisione (significato etimologico del termine).Cari amici, fiduciosi nella Misericordia e nella Provvidenza di Dio, possiamo vedere davvero questi mesi difficili come una Grazia donataci dal Padre per rimettere in discussione il nostro stile di vita e le nostre relazioni umane. Se le banche non sono più così affidabili per investire i nostri risparmi, ecco alcuni luoghi decisamente più consoni:
-il raccoglimento spirituale nella preghiera: cosa vuoi da me, o Padre?
-la lode e il ringraziamento: Gesù, ti riconosco come Signore di tutta la mia vita
-le relazioni umane: fratello, amico, come ti senti oggi?
-il dono di sé: amare, amare sempre!
Dio farà il resto.
Sia lodato Gesù Cristo e buon anno!

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Approfondimento: La provvidenza divina
 
"La provvidenza consiste nella cura esercitata da Dio nei confronti di ciò che esiste. Essa rappresenta, inoltre, quella volontà divina grazie alla quale ogni cosa è retta da un giusto ordinamento. Se dunque la volontà di Dio è provvidenza, tutto quanto avviene per suo dettato si realizza necessariamente in maniera bellissima e sempre diversa, nel migliore dei modi possibile. È logico ritenere, infatti, che Dio stesso sia tanto il creatore delle cose quanto colui che le cura e le preserva: non è conveniente né ragionevole immaginare che uno sia il creatore e un altro protegga l’opera del primo. Se così fosse, infatti, essi sarebbero entrambi assolutamente impotenti: l’uno di fare, l’altro di provvedere. Dio, perciò, è colui che ha creato e colui che provvede; la sua capacità di creare e di conservare e di provvedere altro non è se non la sua stessa benigna volontà: infatti tutto ciò che il Signore volle lo fece nel cielo e sulla terra (Sal 134,6) e nessuno può resistere alla sua volontà (Rm 9,19). Tutto quanto egli volle che esistesse, è stato creato. Egli vuole che il mondo esista ed esiste: tutto ciò che vuole, lo crea.
Giustamente, dunque, si può affermare, senza alcun’ombra di dubbio, che Dio provvede, e provvede opportunamente. Solo Dio è buono e sapiente per natura: in quanto è buono, è provvidente (colui che non provvedesse, infatti, non sarebbe neppure buono: anche gli uomini e gli stessi animali provvedono con l’istinto naturale ai loro figli, ed è riprovevole chi non lo fa) e, in quanto è sapiente, cura nel modo migliore tutto ciò che esiste.
Nel considerare attentamente quanto siamo andati osservando, è dunque necessario che noi ammiriamo tutte le opere della provvidenza, le lodiamo tutte, tutte incondizionatamente le accettiamo, sebbene a molti talune cose appaiano ingiuste. La provvidenza di Dio, infatti, non può essere né conosciuta né compresa; e i nostri pensieri e le nostre azioni, come il nostro futuro, sono noti ad essa soltanto. Infatti le cose soggette alla nostra discrezionalità, non vanno ascritte alla provvidenza, ma al libero arbitrio dell’uomo.
In realtà, delle cose che dipendono dalla provvidenza, alcune avvengono grazie alla sua volontà attiva, altre invece attraverso la sua volontà permissiva. In virtù della prima accadono tutte quelle cose che risultano come incontrovertibilmente buone; molte sono, invece, le forme nelle quali si manifesta la volontà permissiva di Dio. Per esempio, quando egli permette che l’uomo giusto s’imbatta nelle calamità, affinché la virtù nascosta in lui si renda visibile anche per gli altri, come accadde nel caso di Giobbe (Gb 1,12). Talvolta, Dio consente che avvenga qualcosa d’ingiusto affinché, attraverso circostanze apparentemente inique, si compia qualcosa di grande e di mirabile: attraverso la croce, ad esempio, egli ha dato la salvezza agli uomini. Inoltre il Signore permette che l’uomo pio sia afflitto da gravi sventure: perché non si allontani, cioè, dalla retta coscienza ovvero, a causa dell’autorità e della grazia concessegli, non precipiti nella superbia, come avvenne in Paolo (2Cor 12,7).
Perché altri ne traggano insegnamento, qualcuno viene dunque talvolta abbandonato da Dio; gli altri così considerando le sue disgrazie, ne ricavano ammaestramento: si osservi, a tal proposito, il caso di Lazzaro e del ricco (Lc 16,19). Spontaneamente, infatti, nel vedere chi soffre, ci si stringe il cuore. Talvolta, poi, Dio consente che qualcuno soffra, non per punire colpe sue o dei suoi antenati, ma perché si manifesti la gloria di qualcun altro: nel caso del cieco nato (cf. Gv 7,3), ad esempio, si doveva rivelare, attraverso la sua guarigione, la gloria del Figlio dell’uomo.
La sofferenza viene inoltre tollerata da Dio onde suscitare negli animi il desiderio di emulazione degli altri: affinché cioè, incoraggiati dalla gloria toccata a chi ha sofferto, gli altri sopportino piamente le avversità, grazie alla speranza della gloria futura e sollecitati dal desiderio dei beni eterni, come accadde ai martiri.
Infine, il Signore permette persino che qualcuno cada in una azione turpe perché abbia modo di liberarsi di qualche vizio più grave. Ad esempio, se qualcuno s’insuperbisce delle sue virtù e delle sue buone azioni Dio lascia che costui cada nella fornicazione affinché divenendo in tal modo consapevole della propria debolezza, diventi umile e cominci a confidare maggiormente nel Signore.
Si deve poi sapere che la scelta delle azioni da compiere dipende da noi; quando queste sono buone, invece, il loro risultato è da attribuire all’aiuto di Dio che giustamente soccorre, nella sua prescienza, coloro che intraprendono il bene con retta coscienza. L’esito delle azioni cattive, al contrario, si deve al disimpegno di Dio che, grazie sempre alla sua virtù di conoscere in anticipo ogni cosa, opportunamente abbandona l’uomo malvagio.
In particolare esistono, da parte di Dio, due diversi tipi di abbandono: quello pratico, cioè educativo; e l’abbandono assoluto, fonte della disperazione. Il primo comporta, per chi lo subisce, raddrizzamento, salvezza, gloria sia per suscitare negli altri emulazione e imitazione, sia per la gloria di Dio. L’abbandono assoluto, per contro, avviene quando, sebbene Dio abbia compiuto ogni cosa per la salvezza di una persona, costei continua nondimeno a rimanere insensibile e incurante del proprio destino, anzi inguaribile; e viene perciò abbandonata, come Giuda (Mt 26,27), all’estrema rovina. Ci sia dunque propizio il Signore, preservandoci da tale abbandono.
Numerosissimi sono poi i metodi della divina provvidenza: non possono esser spiegati a parole né compresi con la mente. Non si deve ignorare che tutte le calamità recano la salvezza di coloro che le sopportano con rendimento di grazie, risultando in tal modo per essi di grande beneficio. Iddio, infatti, secondo la sua volontà antecedente, vuole che tutti si salvino e divengano membri del suo regno (1Tm 2,4): egli non ci ha creato per punirci, ma, essendo buono, perché fossimo partecipi della sua bontà. D’altronde, essendo anche giusto, il Signore vuole però punire i peccatori.
La prima volontà di Dio, dunque, è detta volontà antecedente o benevolenza, poiché deriva direttamente da lui; la seconda, invece, è la volontà conseguente o permissione, avendo origine per causa nostra. Quest’ultima, a sua volta, è duplice: l’una rientra nel piano di Dio ed è educativa ai fini della salvezza; l’altra, cioè quella concernente la disperazione, porta invece, come abbiamo già ricordato, alla più assoluta dannazione. Tali volontà non riguardano quanto dipende da noi.
Delle cose che dipendono da noi, Dio fin da principio vuole e approva quelle buone. Quelle cattive e veramente malvagie, egli non le desidera né direttamente né indirettamente: le permette in ragione del nostro libero arbitrio. Ciò che avvenisse per forza, infatti, non converrebbe alla ragione né potrebbe considerarsi come virtù.
Dio provvede, dunque, a tutto il creato. Attraverso di esso beneficia e istruisce sovente anche servendosi dei demoni, come nel caso di Giobbe o dei porci (Mt 8,30ss)."

Giovanni Damasceno, Esposizione della fede ortodossa, 2,29


SANTA DIVINA PROVVIDENZA DEL SIGNORE

O Divina Provvidenza!
Nulla è più amabile e adorabile di Te,
che maternamente alimenti l’uccello dell’aria
e il fiore del campo:
i ricchi e i poverelli!
Tu apri le vie di Dio
e compi i grandi disegni di Dio nel mondo!
In Te ogni nostra fiducia,
o Santa Provvidenza del Signore,
perché tu ci ami assai più che noi amiamo noi stessi!
Col divino aiuto, non ti voglio più indagare,
non ti voglio più legare le mani:
non ti voglio più storpiare;
ma solo voglio interamente
abbandonarmi nelle tue braccia, sereno, tranquillo.
Fa’ che ti prenda come sei, con la semplicità del bambino, con quella fede larga che non vede confini! Divina Provvidenza!
Da’ a me povero servo e ciabattino tuo, e alle anime che pregano
e lavorano in silenzio e sacrificio di vita intorno ai poverelli,
da’ ai cari benefattori nostri quella latitudine di cuore, di carità che non misura il bene col metro, né va con umano calcolo: la carità che è soave e dolce, che si fa tutta a tutti:
che ripone la sua felicità
nel poter fare ogni bene agli altri silenziosamente:
la carità che edifica e unifica in Gesù Cristo, con semplicità e candore.
O Santa Divina Provvidenza!
Ispiratrice e madre di quella carità che è la divisa di Cristo e dei suoi discepoli:
anima tu, conforta e largamente ricompensa in terra e in cielo quanti, nel nome di Dio, fanno da padre, da madre, da fratelli, da sorelle agli infelici.

(S. Luigi OrioneBP, 8586)..


Giaculatoria
Dio provvede, Dio provvederà, la sua Misericordia non mancherà.
Amen
!

Innamorati della lode

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I'intento del gruppo è quello di condividere la lode per il Signore nel web con altri fratelli, pregare, meditare La Parola, dare testimonianza dell'amore di Dio Padre, Gesu' e dello Spirito Santo.
Ricordo che la lode sincera: libera, guarisce, rende gioiosi e soprattutto ci rende il favore di Dio.

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