5°- OPERA DI MISERICORDIA CORPORALE - Visitare gli infermi

 

VISITARE GLI INFERMI

La quinta Opera di Misericordia Corporale: Visitare gli infermi. C'è sempre qualche malato o anziano nella cerchia dei nostri parenti e amici. Il nostro interessamento per loro è, volere o no, rivolto al Signore nostro Gesù Cristo, perché è lui che ha detto: Ero malato e mi avete visitato. Trascurarli o peggio ancora maltrattarli è sempre una opposizione a Gesù. Il vero amore ci costringe a cambiare radicalmente il nostro modo di pensare e di agire e ci sospinge a costruire la nostra vita sul fondamento della nuova vita in Cristo.

Quando ti avvicini a un infermo o a un anziano incontri sempre Gesù.

Ero malato e mi avete visitato.

- "Venite benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il premio preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ero malato e mi avete visitato.
- "Signore, quando ti abbiamo visto ammalato e siamo venuti a visitarti?
- "In verità vi dico: Ogni volta che avete fatto questo a uno di questi più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25).

Caro Gesù, tu vuoi che ci interessiamo degli infermi, di coloro che sono deboli nel corpo e nello spirito, e che andiamo a visitarli. Se vogliamo, dunque, fare cosa gradita a te dobbiamo occuparci in modo concreto e abituale di coloro che si trovano sotto il peso della malferma salute per malattia o vecchiaia.
Tu ci insegni ad avere sempre fiducia in te, caro Gesù, ci dici che dobbiamo seminare fiducia in tutti i cuori e portare consolazione ai più disperati, usando poche parole, ma mostrando molta comprensione e ascolto, senza far pesare la nostra fretta.
Quando visito un infermo visito te, che preghi senza consolazioni, abbandonato da tutti, condannato a portare da solo la tua croce fino al Calvario, affaticato e logoro. Così ti facciamo coraggio, Gesù.
Sono tante le cose che possiamo fare presso un malato: riassettare la casa, fare la spesa, cucinare, lavare e stirare, e tante altre piccole cose.
O buon Gesù, mi sono sempre reso conto che quando mi interesso praticamente dei malati, non sono io colui che dà ma colui che riceve.

L'esempio di Gesù.

Entrato in Cafarnao, venne incontro a Gesù un centurione che lo scongiurava: "Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente". Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò". Ma il centurione rispose: "Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio detto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito" (Mt 8,5-10).
Signore Gesù, durante la tua vita terrena ti sei sempre interessato dei malati. Tu passavi per le strade della Palestina beneficando e risanando tutti e al Centurione che ti supplicava hai detto "Io verrò e lo curerò". Trascorrendo le pagine del Vangelo mi rendo conto quanto sia grande la tua misericordia e la compassione e addirittura la tenerezza verso i peccatori e i malati.
"I ciechi ricuperavano la vista, gli storpi camminavano, i lebbrosi venivano guariti, ai poveri veniva predicata la buona novella" (Mt 11,3-6).


Caro Gesù, io so che tu continui a passare per le nostre strade, a entrare nelle nostre case, a venire incontro alle nostre necessità, e asciugare le nostre lacrime, e guarire i nostri corpi. E tutto questo lo vuoi operare oggi per mezzo dei tuoi fedeli. E per questo tu ci chiedi una fede viva e così tu potrai operare miracoli.
Quando poi facciamo visita a malati ammalati e moribondi non credenti, tu ci suggerisci di comportarci come Madre Teresa, la quale non cercava di convertirli, ma metteva nel loro cuore un grande amore che li rendeva abili di entrare nel tuo Paradiso.

Il Sacramento dell'Unzione degli infermi.

"Chi è malato, scrive San Giacomo, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati" (Gc 5,14-15).

Caro Gesù, questo sacramento che tu hai istituito è il segno tangibile del tuo grande amore per noi peccatori quando veniamo a trovarci in stato di malattia. La preghiera fatta con fede salverà il malato, ci ha lasciato scritto il tuo Apostolo Giacomo. Tu stesso ci rialzerai e se abbiamo commesso dei peccati tu ci perdonerai. Nel sacramento dell'Unzione degli infermi si manifesta la potenza e la santità del tuo Santo Spirito. Tutti gli esseri viventi hanno bisogno di lui, egli è lo Spirito Creatore, e quando lui riversa su di noi la sua rugiada benefica, noi riceviamo vigore e sostegno per far fronte alle esigenze della nostra vita, per compiere bene tutto il nostro dovere di creature umane.
Ti prego, Gesù caro, metti nei mio cuore una grande stima per questo sacramento e un sincero desiderio di riceverlo quando il male mi colpisce. E' cosa buona e giusta suggerire, ai malati e ai loro parenti, di chiamare il prete quando uno sta molto male e viene ricoverato in ospedale. Non dobbiamo aver paura di farlo. Se abbiamo le idee chiare il malato non si spaventerà. Questo sacramento è stato istituito per venire incontro ai malati, è fatto per la guarigione del corpo e dell'anima.
                                                                           
TIMOTEO MUNARI SDB

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