22- GIORNO- MESE DEL SACRO CUORE- Dagli scritti di S. MARGHERITA M. ALACOQUE

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GIORNO XXII.

I. Gli abissi del sacro Cuore di Gesù.

- Il divin Cuore è un'abisso di amore dove conviene inabissare tutto l'amor proprio tutte le malvage sue produzioni, che sono i rispetti umani e le brame di sod­dire noi stessi.

Se noi ci troviamo in un abisso di privazioni e di desolazioni, entriamo nel Cuor divino, che è tutta la nostra consola­zione, nella quale dobbiamo perderci senza desiderar di sentirne la dolcezza.

« Se ci troviamo in un abisso di resi­stenza e di opposizione alla volontà di Dio bisogna inabissarci in quello di sommis­sione e di conformità al beneplacito divino del sacro Cuore di Gesù Signor nostro, e là perdere tutte le nostre resistenze per ri­vestirci di quella beata conformità in tutte le disposizioni che egli vorrà prendere di noi.

Se ti trovi in un abisso d'aridità e d'impotenza va ad inabissarti nell' amabile Cuore di Gesù.

« Se ti trovi in un abisso di povertà e nudità d' ogni bene, va ad inabissarti nel sacro Cuore, ed esso ti arricchirà.

« Se ti trovi in un abisso di debolezza onde cadi ad ogni momento, va ad inabis­sarti nella forza del sacro Cuore, che ti for­tificherà e ti libererà.

« Se, ti trovi in un abisso di miserie, va ad inabissarle in questo Cuore, tutto pieno di misericordia.

Se ti trovi in un abisso di superbia, e di vana stima di te, inabissalo in quello di u­miltà del sacratissimo Cuore.

« Se ti trovi in un abisso, d' ignoranza, va ad inabissarti nel Cuore amabile di Gesú, dove apprenderai ad amarlo e a far quello ch' ei desidera da te.

« Se ti trovi in un abisso d'infedeltà e d' incostanza, va ad inabissarlo in quello di fermezza e di stabilità del sacro Cuore.

« Se ti trovi in un abisso d' ingratitudine verso i grandi beni ricevuti da Dio, va ad inabissarti nel divin Cuore, sorgente di ri­conoscenza, ond' egli riempirà te pure, se lo preghi.

« Se vedi in te un abisso di risentimento e di collera, vallo ad inabissare in quello di dolcezza e mansuetudine dell' amabile Cuore di Gesù, affinchè renda te pure umile e mansueto.

« Se ti trovi in un abisso di distrazioni, valle a perdere nell'abisso di tranquillità del sacro Cuore, il quale te ne darà infal­libilmente la vittoria. Se combatti generosa­niente, lì ti potrai immergere come in un abisso di purezza e di consolazione, dove, purificare le tue intenzioni e consumare i tuoi desideri e le tue pretensioni.

Se ti trovi in un abisso di tenebre, egli ti rivestirà di sua luce, a cui è duopo la­sciarti condurre come un cieco.

Quando ti troverai immerso in un abisso di tristezza, va ad inabissarti in quello di gioia divina del Sacro Cuore, ove troverai per te un tesoro che dissipi tutte le tue tristezze ed afflizioni di spirito.

« Quando ti troverai nel turbamento e nella inquietudine, va ad inabissarti nella pace di questo Cuore adorabile, cui nes­suno ti potrà mai togliere.

« Inabissarti sovente nella carità di que­sto amabilissimo Cuore, a fine di non far niente al prossimo che possa ferire anche pochissimo tale virtù, non facendo ad altri niente di quello che non vorremmo fosse fatto a noi.

« Se ti trovi in un abisso di tema, ina­bissati in quello di confidenza del sacro Cuore, e là farai cedere la tema all'amore ».

II. Voto di perfezione.

- Riportiamo qui alcune delle promesse eroiche fatte a Dio dalla Santa sotto la scorta dell' ubbi­dienza.

« Voto fatto la vigilia dell' Ognissanti per legarmi: - consecrarmi ed immolarmi più strettamente, assolutamente e perfettamente al sacro Cuore di nostro Signor Gesù Cristo. « O unico mio amore, io procurerò di assoggettare e tenere a voi sommesso quanto è in me, facendo ciò che io crederò essere più perfetto e più glorioso al sacro vostro Cuore, al quale prometto di non ri­cusarmi a niente da compiere o patire per far lui conoscere, amare e glorificare.

« Io non trascurerò né ometterò veruno de' miei esercizi ed osservanze delle re­gole, se non per carità e vera, necessità o per obbedienza, alla quale sottopongo tutte le mie promesse: « Voglio soffrire in silenzio, senza la­gnarmi, qualunque trattamento mi sia fatto: non evitare alcun travaglio nè pena, sia di corpo sia di spirito, di umiliazioni, di di­spregi, di contradizioni.

« Non cercherò né mi procurerò conso­lazione, piacere o gusto fuor di quello di non averne per la vita. Quando la Provvi­denza me ne presenti, li prenderò con semplicità, rinunciando in cuore ad ogni senti­mento di piacere, nè dilettandomi punto in pensare se io me ne soddisfaccia, o no; ma piuttosto in amare il mio Sovrano, che mi regala un somigliante godimento. « Io mi abbandono totalmente al sacro Cuore del nostro Signor Gesù Cristo, per consolarmi o affliggermi secondo il suo buon piacere, senza più volermi immischiare in ciò che mi tocca, contentandomi di ade­rire a tutte le sante operazioni e disposizioni di lui, riguardando me come sua vit­tima, da tenersi per sempre in continuo atto d'immolazione e di sacrifizio al suo buon piacere, non attaccandomi a niente fuorchè ad amare e contentar lui, operando e soffe­rendo in silenzio.

Non m'informerò mai dei falli del prossimo; quando sarò obbligata di par­larne, lo farò nella carità del sacro Cuore del Signor nostro Gesù Cristo, richiaman­domi alla mente se sarei contenta che altri a me, facesse o dicesse di me il medesimo; e quando io vedrò altri commettere alcuna colpa, offerirò in riparazione all'eterno Pa­dre la contraria virtù del sacratissimo Cuore.

Riguàrderò come i migliori amici tutti coloro che m'affliggeranno o parleranno male di me, e mi studierò di prestar loro tutti i servigi e fare tutto quel bene che potrò.

Procurerò di non parlare di me o molto in breve, e non mai, per quanto potrò, in mia lode, o escusazione ».

Non cercherò l'amicizia di creatura ve­runa, se non quando il sacro Cuore mi v' inciterà per quella condurre al suo a­more ».

Non mi fermerò punto volontariamente in alcun pensiero, non solo, malvagio, ma nè anche inutile. Mi riguarderò come una poverella nella casa di Dio, che deve a tutto sottomettersi ed a cui tutto si fa e si dona per carità, e penserò di averne sempre di soverchio.

Starò attenta per rendere le mie azioni e parole a Dio gloriose, edificanti al pros­simo, salutari all'anima mia, tenendomi fedelmente costante alla pratica del bene che il mio divino Maestro mi farà conoscer desiderare da me; non commettendo punto, quanto io possa, mancamenti volontari, e non lasciandone il minimo, senza impormene qualche penitenza ».

III. L' esercizio del santo Amore ri­duce tutto all'unità.

- « Nella moltipli­cità di tutte queste cose, aggiunge la San­ta, mi sono sentita compresa di così gran timore di venirvi a mancare, che non mi bastava il coraggio d'impegnarmivi, se stata non vi fossi confortata e rassicurata da queste parole che mi furono dette nel più intimo del cuore: Di che temi tu, mentre rispondo io, che mi sono reso garante per te? L'unità del mio puro amore terratti luogo di attenzione nella moltiplicità di tutte le cose; questo io ti prometto, riparerà i falli che tu vi potrai commettere, e da sè vendicherassi sopra di te.

Le quali parole impressero in me una così grande fiducia e sicurezza della cosa, che non ostante la mia grande fragilità, io non temo più niente, avendo posta la mia confidenza in quello che può tutto e dà cui spero tutto, e niente da me.

Da questo voto si scorge il potere della grazia in un' anima generosa e fedele, ed in un cuore acceso dal puro amore di Gesù Cristo; il quale disse a Margherita Maria:

« Qualunque obbligazione a te imponga il tuo voto di pensare ogni momento a tante cose da esso contenute, sappi che tu sod­disferai a tutto amando me senza limiti e senza interruzione. Non pensare nè appli­carti se non ad amar me perfettamente, a piacere a me in ogni occasione; oggetto di tutte le azioni, pensieri e desiderii tuoi sia 1' amor mio; non applicarti ad amarmi se non per renderti degna d'amarmi ognora di vantaggio; e io ti assicuro che senza darti pena di altro, tu farai coll’esercizio del santo amore più ancora che non hai pro­messo col tuo voto.

Il succo di così ammirabili parole sta propriamente qui: « L'unità del mio puro amore sarà in luogo di attenzione nella mol­tiplicità di tutte queste cose.

IV. Preghiera di unione al Signore nella santa Messa nel momento della consacrazione.

- « Dolce mio Gesù, alla vostra unisco l'anima mia, il mio cuore, la mia mente; la mia vita, le mie intenzioni alle vostre; e così unita io mi presento al vostro Padre. Ricevetemi o eterno Padre, per meriti del vostro divino Figliuolo, che vi offro col sacerdote e con tutta la Chiesa. Non mi riguardate più se non come nascosta nelle sue piaghe, coperta del suo sangue e carica dei suoi meriti. In questo modo io mi vi presento, affinché voi non mi rigettiate dal vostro cospetto, ma mi accogliate fra le braccia della paterna vostra bontà e mi con­cediate la grazia della salute.

« O Dio mio, vi ringrazio di tutti i vo­stri beneficii, beneficii, della vostra passione e morte, della istituzione dei vostri santi sacramenti; e specialmente di quello del vostro amore ».

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