25- GIORNO- MESE DEL SACRO CUORE- Dagli scritti di S. MARGHERITA M. ALACOQUE

corazon-

GIORNO XXV.

I. L' amore del sacro Cuore ispira zelo per lai salute delle anime.

- Facendo un dì la Santa il ringraziamento dopo la co­munione con desiderio di operar qualche cosa pel suo Dio, il Diletto dell' anima sua le chiese interiormente, se fosse contenta di sofferire tutte le pene meritate dai pec­catori, affinchè egli fosse glorificato in tutte queste anime. « Nel medesimo tempo, ella dice, io gli offersi 1' anima mia, e tutto il mio essere in sacrificio per fare la sua di­vina volontà, quand' anche le mie pene avessero a durare fino al dì del giudizio; purchè fosse egli glorificato, io sarei con­tenta.

Avendomi fatto conoscere il mio So­vrano che quando egli fosse al punto di abbandonare alcune di tali anime per cui volea che io patissi, mi farebbe sopportare lo stato di un'anima riprovata, dandomi a sentire la desolazione in cui ella trovasi all' ora della morte; di ciò io non ho pro­vato mai niente più terribile, mancandomi affatto i termini a spiegarlo. Qualche volta gittando a terra la faccia dicea: Percotete, mio Dio! tagliate, bruciate, consumate tutto quanto vi dispiace, non risparmiatemi nè corpo, nè sangue, nè carne, nè vita, purchè voi salviate in eterno quest'anima ».

« Il mio Sovrano mi ha di sovente fatto portare simili disposizioni dolorose, tra le quali avendomi una volta mostrato i casti­ghi ch' egli voleva esercitare sopra di alcune anime, io me gli gettai a' piedi sacra­tissimi dicendo: O Salvatore mio, scaricate su me tutta la vostra collera e cancellatemi dal libro di vita, anzi che perdere queste anime, costate a voi sì caro. Ed egli: Ma esse non ti amano e non cesseranno di travagliarti, - Non importa, Dio mio, pur­chè amino voi, io non desisterò di pregarvi a perdonarle. - Lasciami fare, non le posso tollerare di più. - E io abbracciandolo an­cora più forte: «No, mio Signore, non vi lascerò punto, se lor non avrete perdonato. Ed egli dicea: Voglio bene se tu rispondi per loro. - Anzi, Dio mio, ma io vi pre­gherò sempre coi vostri beni che sono i tesori del vostro sacro Cuore. Di ciò ei si tenne contento.

« Altra volta mi furono mostrati cinque cuori, cui questo Cuore amororoso era sul punto di rigettare, non mirandoli più se non con orrore; e io tutt' altro, che deside­rar di saperne oltre, chiedeva anzi di non averne alcuna conoscenza; ma non cessava di versar molte lacrime dicendo: O Dio mio, voi ben potete distruggermi e annien­tarmi ma io non vi lascerò prima che mi abbiate concessa la conversione di questi cuori.

« In altra occasione il Salvatore aggiun­se: - Caricati di questo peso e partecipa delle amaritudini del mio Cuore; versa lagrime sulla ingratitudine di questi cuori, che io aveva eletti per consecrarli all' amor mio; oppure lasciali sprofondarsi nella per­dita loro, e vieni a godere delle mie deli­zie. - Ma io rinunciando a tutte le dolcezze, lasciai libero corso alle lacrime, sentendomi carica di questi cuori che erano, in procinto di andar privi d'amore; ed essendomi li­bera la scelta e continuandomi 1' invito a godere del santo amore, io mi prostesi al cospetto della Sovrana Bontà, presentandole que' cuori, cui volesse penetrare del suo divino amore ma ben mi convenne patire prima di ottenerlo, e 1' inferno non è punto più orribile di un cuore privato dall' amore del mio Diletto ».

Sotto l'impressione dello zelo ardente ond' era bruciata ella esclamava: « Signor mio e mio Dio, bisogna che la misericordia vostra ricoveri nel vostro divin Cuore tutte le anime infedeli, affinchè vi siano giustifi­cate per glorificarvene eternamente ».

II. Fervide esortazioni della Santa in aiuto delle anime nel grande affare della salute.

- « Ti sovvenga, scriveva ella a cert' anima esitante in corrispondere alla grazia, ti sovvenga di avere uno sposo geloso, il quale vuole assolutamente tutto il tuo cuore o non ne vuole punto; se tu non ne scacci le creature, ne uscirà egli; se tu non le lasci col loro amore, egli la­scerà te e ti toglierà il suo. Non si dà mezzo; o tutto o niente. Il Cuor suo vale almeno il tuo. E tu non ti senti confondere in disputargli un bene che è suo? In verità io non arrivo a comprendere com' egli non sfasi stancato delle: tue resistenze; bisogna dire che abbia un grande amore per te. Questo io ti parlo come ad amica mia di­letta nel sacro Cuore di Gesù Signor nostro, affinchè sii attenta e più fedele in avvenire ai movimenti della grazia.

Ad un' altra; « Il cuor tuo si espande troppo nella creatura e vi conta più che sopra il Creatore. L'amore della creatura è nel cuor tuo un veleno che vi uccide l' amore di Gesù Cristo. Quando tu cercherai l'amor delle creature e d'insinuarti; nelle loro buone grazie, perderai quelle del sacro Cuore, ed impoverirai dei suoi tesori tanto quanto tu tenterai arricchirti di cose create. I contentamenti umani faranno inaridire per te la sorgente delle grazie del Cuor di Gesù; ed il tuo ne rimarrà come un terreno secco, e sterile.

Non contrastare dunque più colla grazia, te ne scongiuro per tutto l' ambre del Cuor sacratissimo del Signor nostro Ge­sù Cristo; perchè non conviene illudersi; la grazia che ora ci stimola sl vivamente, rallenterassi a poco a poco, s'infiacchirà e ritirerassi da noi, lasciandoci freddi ed insensibili al nostro proprio male. Avremo bel domandarla in appresso, ma il sacro Cuore si schernirà di noi, come noi ci siamo scherniti della sua grazia. Dio ci guardi da tanto male! E io te lo dico qui, affin­chè tu provveda di non cadervi giammai. Ricordati spesso delle parole: Se oggi udi­te la voce del Signore, non vogliate indu­rare il cuor vostro.

« Non abbiamo bisogno di medico, se non vogliamo guarire o non usare i rimedii da lui ordinatici o non astenerci da quello che facci ammalare. Ma come un male co­nosciuto è guarito per metà, così non bi­sogna più altro che un buon e tutto andrà bene. Infine si tratta della salute dell'anima tua, carissima al Signore Gesù, e per la quale posso assicurarti non essere niente che, toltone il peccato, io non volessi fare e patire per renderla intera­mente a quello che a gloria sua l'ha creata. Ma niuno può meglio adoperarvisi di te, quando voglia usare dei lumi dati da lui a fare il bene ed evitare il male.

L'amor divino basta per astenerci dal fare con avvertenza niente che possa di­spiacere al Diletto delle anime nostre per­chè io non so comprendere come un cuore che è di Dio e lui vuole daddovero amare, lo possa offendere di proposito deliberato. E ti confesso che le colpe volontarie mi sono insopportabili, perchè feriscono il Cuo­re del nostro Dio. Guardati - adunque dal commetterne, te ne supplico; perehè ti pri­vano di grazie assai, la perdita delle quali rallenta il tuo cuore indebolisce molto l'a­nima tua nel cammino della perfezione.

« Ahimè! potessimo noi comprendere il gran torto che facciamo alla povera anima nostra privandola di tante grazie, ed espo­nendola a così evidente pericolo colla fre­quenza di queste volontarie cadute, che a lei, fanno perdere l'amicizia di Dio, il quale non può ascoltar lei, nè quelli che per lei pregano, mentre ricusa ella di ascol­tare e di tutta convertirsi a lui! Egli le chiude l'entrata del suo sacro Cuore, perchè ella ha cacciato lui dal proprio. Profittiamo dei tempo, che ci è dato e non differiamo più:

«Deh quale pena si attirerà il servo che conosce la volontà del padrone e non la compie! Io spero tuttavia che il tuo buon cuore non prenderà questo in mala parte; ma piuttosto vi farai sopra un poco di riflessione, a fine di non arrischiare la corona che ti è destinata, e non privarti di tante grazie, onde non cesserai di be­nedire Iddio alla mode, la quale non è sempre sì lungi come noi pensiamo ».

III. Sublime voto della Santa.

- « Non so se io m'inganni, ma mi sembra che il massimo mio piacere sarebbe in amare il Mio amabile Salvalore d'un amore amarle ardente come quello dei serafini; parmi che così non mi peserebbe l'amarlo anche nel­l' inferno. Il pensiero che vi sarà nel mondo un luogo, dove per tutta l'eternità innume­rabili anime redente dal sangue di Gesù Cristo non ameranno più questo amabile Redentore, mi addolora talvolta fino all'ec­cesso. E vorrei, o divino mio Salvatore, se fosse vostra volontà, sofferire tutti i tormenti dell' inferno, solo che potessi a­marvi tanto quanto vi avrebbono amato in cielo tutti gli sventurati che patiranno sem­pre e non vi ameranno mai! ».

IV. Trasporti d' amore verso il sacro Cuor di Gesù.

- « O Cuore amorosissimo del mio unico amore, Gesù! non potendo io amarvi, onorarvi e glorificarvi a misura della brama che voi mi date, invito la terra ed il cielo a farlo per me, e mi unico a quegli ardenti serafini per amarvi. O Cuo­re tutto divampante di amore, che non infiammate il cielo e la terra delle vostre fiamme più pure, per istruggerne tutto quan­to essi contengono, affinché le creature tutte non respirino che il vostro amore? Fatemi o morire o patire, o almeno can­giatemi tutta in cuore per amarvi consumandomi nei vostri più vivi ardori. O fuoco divino, o fiamme tutte pure del mio unico amore Gesù! abbruciatemi senza pietà, con­sumatemi senza resistenza. Ohimè! perchè mi risparmiate voi, mentre lo merito sol il fuoco; nè son buona che a bruciare? O amore del cielo e della terra, venite tutto nel cuor mio per ridurmi in cenere. O fuoco divampante della Divinità, venite, venite a versarvi sopra di me! Bruciatemi, consu­matemi tra le vostre più vive fiamme che fanno vivere chi vi muore. Così sia ».

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