4- GIORNO- MESE DEL SACRO CUORE- Dagli scritti di S. MARGHERITA M. ALACOQUE

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GIORNO IV

I. Il Signore chiede una festa in onore del suo Cuore che amò tanto gli uomini. -

Stando io dinnanzi al divin Sacramento un giorno della sua ottava, dice la Beata, l'a­mor del mio Dio mi favorì di grazie ecces­sive; e sentendomi compresa di desiderio di rendere a lui in qualche modo amor per amore, egli mi disse: Tu non mi puoi rendere maggior ricambio che facendo quello onde ti ho già dimandata le tante volte. E scoprendo a me il divino suo Cuore: Ecco, soggiunse, quel Cuore che ha tanto amato gli uomini, che nulla ha risparmiato fino a struggersi e consumarsi per dar loro un pegno del suo amore; ed in ricambio io non ne ricevo dalla più parte se non ingratitudini, dispregi, irriverenze, sacrilegi e freddezze verso di me in questo Sacra­mento di amore. Ma ciò che più ancor mi dà pena si è il vedermi trattare così da cuori a me consacrati. Laonde io ti chiedo che il primo venerdì dopo l'ottava del ss. Sa­cramento sia con una festa particolare sacro all'onor del mio Cuore, facendovi la comu­nione e onorevole ammenda, in riparazione delle indegnità ricevute da esso mentre stava esposto sopra gli altari. Così io ti prometto che il Cuor mio dilaterassi per diffondere in abbondanza gl'influssi del suo divino amore su quelli che gli presteranno onor somigliante e procureranno che altri lo presti.

« Ma, Signor mio, diss' ella, a chi vi rivolgete voi? Ad una meschina creatura, ad una sì povera peccatrice, che per la sua indegnità potrebbe anche impedire il compimento del vostro disegno: eppure avete tante anime generose per eseguirlo! « E che? replicò il divin Salvatore, non sai tu come io mi serva dei soggetti più deboli per confondere i forti, e come d'or­dinario la mia potenza più splendidamente si manifesti sopra i più piccoli e poveri di spirito, affinchè non attribuiscano essi niente a se medesimi?

II. Prime onoranze al sacro Cuore in Paray le Monial.

- Nel 1685 posta la Beata in ufficio di maestra delle novizie ebbe la consolazione di poter dare princi­pio al culto del sacro Cuore com' ella rac­conta:

« Non mi era dato ancor di trovar modo per avviare la devozione al sacro Cuore, unico mio sospiro; ed ecco la prima occa­sione che la bontà sua me ne porse. Ca­deva il giorno di santa Margherita in venerdì, ed io pregai le suore novizie, allora in mia cura, di fare al sacro Cuore del Signor nostro Gesù Cristo le piccole onoranze de­stinate a me per la mia festa; al che si arresero esse di buona voglia; e fatto un altarino, vi collocarono sopra una immagi­netta delineata in semplice carta, alla quale ci studiammo di rendere tutti gli omaggi suggeritici da quel divin Cuore.

« Quella cara Direttrice, dicono le Me­morie contemporanee, venne a dedicarsi la prima al divin Cuore; poi le novizie col proprio atto di consacrazione, scritto da ciascuna per ordine di lei, conforme le mo­vea il cuore ed il Signore le ispirava; ap­presso vi aggiunse anch'ella una parola del suo, conforme il divin Cuore gliene facea conoscere le disposizioni di ciascuna.

« Ad onore di lui passò ella tutto quel giorno colle suore del noviziato, alle quali chiesto avea di darle tale piacere che non sarebbe, andato senza ricompensa. Quindi piegando le ginocchia dinanzi l'altarino, vi recitò con loro un'ammenda onorevole e parecchie altre preghiere da sè composte ad onor di quell'adorabilissimo Cuore, con ardore di serafino; e rimanendo poi alquanto in silenzio con tale atteggiamento di pro­fonda umiltà, da ispirare fede, amore e divozione, anche a chi meno ne avesse.

« Pose fine con ringraziar le novizie dicendo: O sorelle mie dilette, voi non po­tevate arrecarmi più vivo contento di quello che abbiate fatto coll'onorare il divin Cuore consecrandovi tutte a lui! Deh quanto siete felici ch'egli abbia voluto adoperarvi per dare cominciamento a questa divozione! Ma bisogna continuare pregando, a fine che egli regni in tutti i cuori. Ah quale gioia per me in vedere il Cuor adorabile del mio divino Maestro, conosciuto, amato glorificato! Sì, mie dilettissime, è questa la più grande consolazione ch'io possa gu­stare in mia vita; ché niente vale a darmi gusto, quanto il vedere lui regnare. Amia­molo dunque, ma amiamolo senza riserva, senza eccezione: diamo tutto, sacrifichiamo tutto per conseguire un tanto bene, e noi avremo tutto possedendo il Cuor di Gesù, il quale vuol essere ogni cosa al cuore che lo ama; ma bisognerà soffrire per lui.

Ah sorelle mie care, ancora dicea, tutta l' occupazion nostra sta in conoscere e ser­vire Iddio! Vostra porzione sta in amare il suo Cuore. Quale felicità di poter dire: Sì, io l'amerò e loderò durante una eternità! Ma perciò conviene amarlo costantemente ed egualmente, nelle afflizioni come nelle consolazioni ed in tutti gli eventi della vita ».

III. Zelo della Santa per la gloria del sacro Cuore.

- « Se sapeste, scrivea, quanto io mi senta spingere ad onorare il Cuore del Signor nostro Gesù! Mi sembra che la vita siami data pure a questo. Mio desiderio è solo di procurar gloria al sacro Cuore. Quanto mi stimerei felice, se prima di morire potessi arrecare a lui qualche contento! « A tutto il resto io mi trovo insensibile; ma egli mi stimola sì ardentemente ad a­marlo a farlo amare ché, quando pur biso­gnasse soffrire tutte le pene, travagli e do­lori, e mi parrebbero delizie; nè vi è pa­timento a cui non volessi con piacere sa­crificarmi.

« Talora mi si accende in cuore una si gran brama di far lui regnare in tutti i cuori, che mi sembra non esservi nulla ch'io non volessi fare e patire a tal fine; mi riuscirebbero dolci, perchè senza peccato, le stesse pene dell'inferno. Regni egli ed io lo ami; tanto mi basta... Il meschino mio cuore solamente a questo si risente, non desidera e non respira che per veder regnare quello del Signor nostro in tutti i cuori capaci di amarlo... Tutte le mie preghiere tendono a questo unicamente. A tale unico interesse della gloria del sacro Cuore io non cesso di applicar tutto il bene che io posso fare o altri fanno per me.

Sia dunque al Cuor tutto amore, tutto amante e tutto amabile dell'adorabile Sal­vator nostro, reso amore, gloria e lode di tutto il bene a prodursi ed operarsi da lui nelle anime, per lo stabilimento del regno del puro amor suo nei cuori di buona vo­lontà ».

IV. Formola di consacrazione al divin Cuore proposta dalla Santa.

- Io N. N. mi dono e consacro al divin Cuore di Gesù Signor nostro, la mia persona e la mia vita, le mie azioni, travagli e patimenti, non volendo usar più alcuna parte del mio essere se non per amare, onorare e glorifi­care lui. Mia volontà irrevocabile è di divenire tutto di lui, di tutto fare per suo puro amore, rinunciando di cuore a quanto potesse a lui dispiacere. Io dunque vi pren­do, o sacratissimo Cuore, per oggetto unico dell'amor mio, protettore della mia vita, sicurezza della mia salute, rimedio della mia fragilità ed incostanza, riparatore di tutti i miei difetti, asilo sicuro nell' ora di mia morte, Siate però, o Cuore di bontà, mia giustificazione presso Dio vostro Padre e allontanate da me i colpi della giusta sua collera. O Cuor di amore, tutta la mia confidenza io pongo in voi, perchè tutto io temo dalla mia malizia e debolezza e tutto spero dalla vostra bontà. Distruggete dun­que in me tutto quello che vi può dispiacere o resistervi; il vostro puro amore si im­prima sì addentro nel cuor mio, che io non possa mai obliarvi nè, venir separato da voi. E vi scongiuro per tutte le vostre bontà, che il mio nome sia scritto in voi; perchè io voglio far consistere tutto il mio bene e tutta la mia gloria nel vivere e morire in qualità di vostro schiavo. Così sia ».

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