26- GIORNO- MESE DEL SACRO CUORE- Dagli scritti di S. MARGHERITA M. ALACOQUE

GIORNO XXVI.

I. Le anime purganti bramano cere­sciuta la divozione al Sacro Cuore come rimedio sommo dei loro patimenti.

Se sapeste, scrivea la Santa, con quanto ardore le povere anime del purgatorio do­mandano questo nuovo rimedio sommamente salutare alle loro pene; così chiamano esse la divozione al divin Cuore, e particolar­mente le messe ad onor suo ».

E parlando di sé, dice ancora: Il sacro Cuor di Gesù: concede sovente la meschina sua vittima alle anime purganti per aiutarle a soddisfare la divina Giustizia; ed in que­sto tempo io soffro una pena quasi come la loro, non trovando riposo nè di giorno, né di notte.

« Una notte di giovedì santo che ebbi licenza di passare dinanzi al Santissimo, vi fui per una parte del tempo come tutta in­ torniata da queste povere pazienti, colle quali contrassi una stretta amicizia; e no­stro Signore disse di donarmi in loro favore tutto quest'anno per far loro tutto quel bene che potrei. Da quel punto elle stanno spesso con me, ed io le chiamo solo col nome di mie amiche pazienti.

Se sapeste, scriveva ancora, il dolore di tale anima in particolare...; non si può esprimere. Ah datemi voi qualche goccia di acqua per refrigerarla, giacchè io brucio con lei e non so come alleviarla!

II. Esempi istruttivi ai secolari ed ai religiosi.

- Si legge nelle Memorie contemporanee: «Pregando per due persone state ragguardevoli nel mondo, l'una fu a lei dimostra per condannata lunghi anni alle pene del purgatorio, e tutte le preghiere e suffragi offerti a Dio per lo suo riposo erano dalla divina Giustizia applicati alle anime di certe famiglie state dipendenti di quella, che per mancanza di caritatevole equità le aveva lasciate andare in rovina, fino a mancare dei mezzi di fare pregar Dio per loro dopo morte; laonde il Signore vi sup­pliva come ho detto.

L’altra era in purgatorio per tanti giorni quanti anni avea vissuto sopra la terra; e nostro Signore diede a conosce­re alla diletta nostra sorella che fra tutte le buone opere fatte da quella, egli ebbe un motivo particolarissimo di portarne un giudizio mite e favorevole per certe umilia­zioni da lei incontrate nel mondo, e sofferte con animo cristiano; non solo senza la­gnarsene, ma senza pure parlarne ».

Una religiosa defunta da lungo tempo venne a chiedere di aiuto la Santa, che così lo racconta: « Prega per me Iddio, questo dicea, offerisci a lui i tuoi patimenti con quelli di Gesù Cristo per alleviare i miei! Rimirami coricata in un letto di fiam­me, ove io soffro mali intollerabili. - E dandomi a vedere tale orribil letto, che mi fa fremere ogni qual voltavi penso, ai ricordarne quel fondo tutto di acute punte infuocatissime, entranti nelle vive carni della poverina, essa mi dicea ciò avvenire per colpa della sua pigrizia e negligenza nell’osservanza, e delle infedeltà sue a Dio. E poi: Mi straziano il cuore con pettini di ferro tutto ardenti, ciò che forma il mio dolore più crudo, a cagiorne dei pensieri di biasimo e disapprovazione nutriti contro le mie superiore: la mia lingua è rosa da vermini a castigo delle mie parole contro la carità; e per lo mio poco silenzio ecco­mi la bocca tutta ulcerata. Ah bene io vor­rei che tutte le anime consecrate a Dio mi potessero vedere in così orribile tormento! Se io potessi far loro sentire la grandezza delle mie pene e di quelle preparate a coloro che vivono trascurati nella propria vo­cazione, di certo essi camminerebbero con ben altro ardore nella esatta osservanza. - Tutto questo mi faceva sciogliere in lacrime.

« Nessuno, seguitava quella, si dà pen­siero di allegerire i miei mali. Ahimè, un giorno di esatto silenzio in tutta la Comunità guarirebbe la mia bocca ulcerata! Un altro passato nella pratica della carità sen­za verun fallo che offenda, guarirebbe la mia lingua. Un terzo trascorso senza bor­bottamenti di disapprovazioni guarirebbe lo straziato mio cuore ».

Altre volte la Santa godette dell' appa­rizione di anime liberate cogli aiuti di sue preghiere e penitenze. Così ella ne scrive alla madre de Saumaise: « L'anima mia si sente compresa da gioia, così grande che stento a contenerla in me: permettete però, madre mia buona, che la comunichi al vostro cuore, che ne fa uno solo col mio e con quello di nostro Signore. Questa mattina, domenica del Buon Pastore; due delle mie amiche penanti, al mio svegliarmi, sono venute a dirmi addio, perchè oggi appunto il sommo Pastore le accoglieva nel suo eterno ovile con più d' un milione di altre, in compagnia delle quali se ne andavano con cantici di allegrezza inesplicabili. L'una diceva e ripetevami incessantemente queste parole: - L'amor trionfa, gioisce l’amore, l'amore in Dio sì gioconda. E l'altra Beati i morti che muoiono nel Signore, e le religiose che vivono e muoiono nella esatta osservanza delle proprie regole! - Vogliono esse che io vi dica da parte loro, che la morte può ben separare gli amici, ma non disunirli.

« Se sapeste quanto 1' anima mia ne fu trasportata di gioia, mentre loro favellando io vedeale a poco a poco immergersi ed inabissarsi nella gloria; come una persona che si annega in vasto oceano! Esse vi chieggono in ringraziamento all' augustissi­ma Trinità un Te Deum, un Laudate e tre Gloria Patri. E pregandole io di sovvenirsi di noi, mi dissero per ultima parola, che l'ingratitudine non è mai entrata in cielo ».

III. La Santa dà il modo di suffragare le sue buone amiche penanti.

- In pa­recchie lettere il suo zelo si appalesa nei termini seguenti: « Per ciò che riguarda le mie buone amiche penanti nel purgatorio, è vero che sono a voi più obbligata del bene a lor procurato che se lo aveste fatto a me stessa.

Spero che voi non mi negherete la grazia di procurare a tale defunto quindici Messe in onore del sacro Cuore, dopo le quali mi sembra che quegli sia per diven­tare presso Lui un potente avvocato per voi e per tutta la propria famiglia ». Ap­pena compiuto questo suo desiderio, ella riscrisse: « Per le quindici Messe fatte da voi celebrare vi ringrazio in luogo di quella povera anima che io credo al presente ric­chissima di gloria in cielo, dove ben rime­riteravvi di tutte le vostre carità ».

« Ella insegnava eziandio di rivolgersi in favore di quelle addolorate anime a no­stro Signore « cui 1' amor suo ritien prigioniero nel santissimo Sacramento, e per merito di tale prigionia, dicea, domandate a lui la libertà per le povere prigioniere nel purgatorio.

Altre volte suggeriva di fare al medesi­mo fine diversi atti di virtù, per esempio, « Atti di purità d' intenzione da offerire a "Dio in soddisfazione della sua giustizia, pagando colla purità del sacro Cuore la mancanza di purità d'intenzione in quelle povere anime, onde esse al presente sono in pena. Atti di silenzio interiore da unirsi a quello di Gesù nel suo Sacramento, a lui offerendo tutti i divini sacrifici che si cele­brano nella santa Chiesa, ai quali voi pre­gherete i vostri angeli Custodi di assistere e di offerirli a Dio per placare la sua giu­stizia. Atti d'umiltà per riparare le umilia­zioni principali sofferte dal Cuor di Gesù nella sua passione: altri di carità, da unirsi alla carità ardente del sacro Cuore, per pagarne i difetti di quelle povere anime tribolate. Atti d' amor di Dio, di attenzione alla presenza di Dio, di mortificazione, di mansuetudine, di condiscendenza per le medesime intenzioni.

« Ma come la superbia è il debito più grosso, cosa voi farete quanti mai possiate atti di umiltà, unendoli a quelli del divin Cuore per pagare in favore di quelle povere afflitti che molto sono alleviate dalle Co­munioni spirituali, in riparazione del mal uso fatto da loro delle sacramentali.

« La sera farete un piccol giro per entro il purgatorio in compagnia del sacro Cuore, a lui consacrando tutto ciò che avrete fatto, con preghiera di applicare i suoi meriti a quelle sante anime penanti. E lo pregherete insieme di volgere il potere di esse ad ottenerci la grazia di vivere e morire nell'a­more e fedeltà al Cuor suo sacratissimo, con rispondere ai suoi desideri sopra di noi senza resistenza.

« Se poteste mettere in libertà alcuna di quelle povere prigioniere, sareste bene avventurate di avere un'avvocata in cielo a perorare per la vostra salvezza ».

IV. Preghiera al Cuor di Gesù per ogni sorta di bisogni.

- « Fate sentire, o Cuore amabilissimo, il sommo vostro potere, a me ed a tutti i cuori capaci di amarvi, a' miei parenti ed a' miei amici, a tutte le persone raccomandatesi alle mie preghiere, o che pregano per me o a cui tengo particolari obbligazioni. Assistetele, ve ne supplico, nelle necessità loro. O cuore pieno di carità, ammollite i cuori induriti e alleviate le anime del purgatorio; siate il sicuro asilo degli agonizzanti e la consolazione di tutti gli afflitti e necessi­tosi. Infine, o Cuor di amore, siate a me tutto in tutte le cose; ma segnatamente nell'ora della morte siate il certo rifugio alla sbigottita anima mia, e ricevetela in quel punto nel seno della vostra misericor­dia. Amen ».

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